A cura della dott.ssa Claudia Benazzi – Psicologa
Le ricerche dimostrano che il Disturbo Oppositivo Provocatorio rappresenta uno dei disturbi comportamentali più diffusi nei bambini, ma a volte non è semplice riuscire a distinguere gli atteggiamenti che dipendono da un carattere emotivo, da quelli che vanno invece a configurare un vero e proprio disturbo oppositivo, poiché è abbastanza diffusa la tendenza della maggior parte dei bambini a dimostrare comportamenti oppositivi, rabbia, irritabilità o atteggiamenti di sfida in determinate fasi dello sviluppo.
Si stima che la prevalenza di questo disturbo possa oscillare nei paesi occidentali tra il 5 e 10 % nei bambini di età compresa tra gli 8 e i 16 anni (Farruggia et al. 2008).
I primi sintomi del DOP compaiono in età prescolare e, in genere, sempre prima dell’adolescenza, causando una significativa compromissione della sfera familiare, sociale e scolastica.
Il DSM-V individua i criteri per la diagnosi di DOP:
- Umore collerico-irritabile: Va spesso in collera, è spesso permaloso o facilmente contrariato, è spesso adirato e risentito
- Comportamento polemico-provocatorio: Litiga spesso con figure che rappresentano l’autorità o, per i bambini e gli adolescenti, con gli adulti, spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste provenienti da figure che rappresentano l’autorità o le regole, spesso irrita deliberatamente gli altri, spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento
- Vendicatività: è stato/a dispettoso/a o vendicativo/a almeno due volte negli ultimi 6 mesi
- In caso di bambini con meno di 5 anni, occorre che il comportamento venga reiterato per più giorni e per più di 6 mesi; nei bambini con età superiore a 5 anni, occorre che il comportamento venga messo in atto una volta a settimana per un periodo di almeno 6 mesi.
I bambini che manifestano i primi sintomi di questo disturbo hanno la tendenza a non accettare le regole, ad opporsi alle richieste provenienti dall’esterno, a ridere se vengono sgridati, risultando il più delle volte irritanti. L’oppositività inoltre si può manifestare anche con il rifiuto di andare a scuola o il rifiuto del cibo.
Nel DOP, l’opporsi al genitore e il mettere a dura prova l’interlocutore, rappresentano un modo per affermare il proprio comando da parte del bambino, incastrato in una modalità di interazione e comunicazione disfunzionali, che mettono in atto solo un gioco di potere, e che nulla hanno a che vedere con l’affermazione e lo sviluppo della propria identità.
Questi bambini, attraverso comportamenti vendicativi e dispettosi, rischiano di tenere sotto scacco l’intera famiglia, combattuta fra l’opporsi a queste condotte, attraverso punizioni e rimproveri, o soccombere impotenti di fronte al disagio manifestato dai propri figli. Sicuramente occorre capire dove sia il limite, e quando sia davvero il caso di intervenire, per evitare che tali comportamenti vadano ad interferire negativamente nello sviluppo della relazione con genitori, insegnanti e coetanei. Spesso, fare un passo indietro, evitando il rimprovero ed il braccio di forza, non rappresenta un fallimento, ma la manifestazione di un’apertura, e della volontà di comprendere emotivamente il disagio e la difficoltà che sono alla base del comportamento del bambino.
Ad oggi non sono ancora chiare le cause dell’insorgenza del DOP ma si pensa che potrebbero essere dovuti ad una combinazione di fattori ereditari e ambientali, a cui possiamo aggiungere fattori di rischio quali un temperamento con difficoltà a tollerare la frustrazione ed a regolare le emozioni, o problematiche familiari. E’ inoltre spesso presente una comorbilità con Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), Depressione, Ansia, Disturbi della condotta, Disturbi dell’apprendimento e della comunicazione.
Il trattamento del DOP è multidisciplinare, e dopo un iniziale colloquio con il pediatra, è corretto essere indirizzati ad uno psicologo o uno psichiatra infantile, per una diagnosi più specifica ed un trattamento appropriato.
Non esistono ad oggi test per l’indagine del disturbo oppositivo provocatorio, e la valutazione è di tipo clinico-diagnostico, includendo test sulle funzioni esecutive (attenzione, memoria, impulsività, pianificazione).
L’intervento include sia la psicoterapia individuale con il bambino, per insegnargli a gestire la rabbia e la frustrazione ed a esprimere i sentimenti in modo sano, sia la terapia familiare, non solo per migliorare la comunicazione e la cooperazione fra i membri della famiglia, ma anche per aiutare i genitori ed il bambino a interagire in maniera più efficace, migliorando la qualità del rapporto. Uno degli scopi di questi interventi è rappresentato dal rinforzare i comportamenti positivi del bambino, evitando di porsi in una continua lotta di potere, inutile e sfinente per entrambe le parti, e poco costruttiva. Si ricorre inoltre non di rado alla psicoterapia cognitivo-comportamentale o alla Mindfulness, pratica meditativa che potenzia la consapevolezza di sé e dei propri stati emotivi.
La tempestività dell’intervento è fondamentale per evitare il peggioramento dei sintomi o la cronicizzazione del disturbo, e favorire il miglioramento del comportamento. Nel caso quindi di dubbio circa la presenza di un DOP, occorre rivolgersi a un medico, uno psicologo o un neuropsichiatra, in modo da chiedere un consulto ed una valutazione, e ricevere l’aiuto necessario. Al contempo, è importante tenere sempre a mente che dietro a comportamenti disfattisti e sfidanti, si nasconde un’enorme sofferenza, che va compresa, e accettata, evitando sempre di attribuire i comportamenti oppositivi a mancanza di educazione o disciplina genitoriale, ma riconoscendoli come manifestazione di un disagio, che va accolto e contenuto.
Bibliografia
A.P.A., Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione (DSM-V), Milano, Raffaello Cortina, 2014.
Barkley, Russel A. Mio figlio è impossibile. Come migliorare i comportamenti oppositivi del tuo bambino. Erickson, 2016
Farruggia, R., Romani, M., & Bartolomeo, S. (2008). Disturbi della Condotta/Disturbi della Personalità: riflessioni teorico-cliniche per una presa in carico precoce. Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
Isola L., Mancini F. (a cura di) “Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza” Seconda Edizione Franco Angeli Editore, Milano 2007
Pezzica, S., Bertini, N., Millepiedi, S., Masi, G., Gruppi di Parent Training per genitori e bambini con Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività e Disturbo Oppositivo Provocatorio. Un’esperienza integrata, in “Psicologia clinica dello sviluppo, Rivista quadrimestrale” 1/2008
Wells, K., Lochman, J.E., Lenhart, L.A. Coping power. Programma per il controllo di rabbia e aggressività in bambini e adolescenti, Erickson, 2022
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