L’arteterapia è un intervento individuale o di gruppo che il Centro Psicologia rivolge a bambini, preadolescenti, adolescenti, finalizzato ad attivare l’espressività spontanea e il coinvolgimento personale in un’attività espressiva. Agisce a scopo terapeutico, quindi in primis per favorire il benessere personale, e in ambito psicoeducativo. I bambini dell’era digitale sono sempre più poveri di esperienza manuale e creativa, hanno bisogno di familiarizzare con l’espressività spontanea, provare a maneggiare i colori, sporcarsi le mani, combinare i colori fra loro, vedere che dai colori nascono forme, significati, racconti, sentimenti.
Quando una persona si esprime crea le basi per ampliare la propria esperienza, per attivare la propria motivazione, per migliorare il proprio coinvolgimento in ciò che produce, cioè per conoscersi meglio. Tutto questo si traduce in una miglior fiducia nelle proprie potenzialità e predispone ad attivare nuove curiosità e a stimolare il sistema cognitivo nella ricerca di nuove risposte. L’importanza dell’arte per favorire la conoscenza di sé e il benessere è conosciuta fin dall’antichità, ma è solo nel secolo scorso che l’arteterapia diventa una professione.
Presso il Centro Psicologia è utilizzata come intervento psicoeducativo finalizzato a stimolare potenzialità che in una certa fase della vita faticano ad emergere. L’arteterapia utilizza il processo artistico per riconoscere, esprimere, gestire le emozioni, esplorare la propria identità, sostenere l’autostima, migliorare le competenze sociali e relazionali e il rapporto col proprio corpo, rinforzare l’attività mnemonica, esplorare le proprie capacità motorie con particolare riferimento alla manualità fine.
L’arteterapeuta si pone nei confronti della persona secondo una modalità caratterizzata da ascolto non giudicante. Favorisce un percorso di autoconoscenza attraverso un approccio indiretto che promuove un processo di autoconoscenza. L’arteterapeuta dà permessi: accoglie idee, bisogni, immagini, favorisce l’uso di materiali e aiuta ad accompagnare l’immagine con la parola. E’ in questo connubio fra immagine parola, fra emisfero destro e sinistro che si realizza il valore terapeutico di un approccio globale fondato sull’interazione fra corpo e mente per una valorizzazione della persona come soggetto in grado di conoscere e padroneggiare le proprie potenzialità.
Come sosteneva Edith Kramer, pioniera insieme a Friedl Dicker-Brandeis dell’uso dell’arte a scopo terapeutico:
“la terapia d’arte è concepita in partenza come un mezzo di sostegno dell’Io, capace di favorire lo sviluppo di un senso di identità, e di promuovere una generale maturazione”
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