Terapia Relazionale Integrata: cos’è?
La TRI è un intervento integrato basato sulla collaborazione fra psicoterapeuta, psicologa, psicomotricista, neuropsichiatra infantile che mettono in comune le loro competenze
A chi è rivolta la Terapia Relazionale Integrata?
Ai bambini e alle loro famiglie perchè, spesso, dietro a un disagio o malessere di un bambino, c’è anche un disagio o un malessere che coinvolge tutta la sua famiglia.
Il bambino che sta male è spesso espressione di una famiglia che sta male…
- La TRI considera la persona nella sua globalità: offre ascolto, favorisce l’espressione delle emozioni, propone coinvolgimento attraverso l’azione.
- La TRI si basa su una concezione ottimistica della persona: chiunque in un contesto facilitante può realizzare un cambiamento.
- La TRI si utilizza quando un bambino presenta problemi comportamentali, difficoltà a interiorizzare le regole, difficoltà di relazione coi coetanei o con gli adulti.
Quali sono i principi della Terapia Relazionale Integrata bambino-famiglia?
Ascolto
Il terapeuta TRI ascolta il bambino e gli consente di mettere in gioco le sue modalità prevalenti e consolidate. La esternazione è il primo passo per poter guardare la propria caratteristica disfunzionale: consente in contesto terapeutico, di considerare la caratteristica prevalente non un errore da giudicare e punire, ma una strategia che è parte della persona e prodotto della sua esperienza.
Comprensione
Il bambino con l’aiuto del terapeuta, impara a descrivere ciò che gli succede a conoscere meglio le sue strategie e a padroneggiarle.
Diventa più attento ai propri automatismi e in grado di scegliere il comportamento più adatto all’interno di un più ampio bagaglio di possibilità.
Condivisione
I genitori vanno aiutati a comprendere il comportamento disfunzionale del bambino.
Il bambino che ha un disagio non è un bambino cattivo, non fa “apposta” è un bambino che ha imparato quella strategia anche attraverso i genitori che senza saperlo hanno confermato quella modalità.
La TRI aiuta i genitori a conoscere come hanno confermato il comportamento del bambino e ad esplorare nuove e più efficaci modalità
Azione
Il cambiamento passa per il fare, per il coinvolgimento corporeo.
Il bambino lavora in contesto esperienziale dove la psicomotricità lo aiuta a tradurre in azione il comportamento abituale e quello nuovo.
Il coinvolgimento corporeo accompagnato dal linguaggio diventa coinvolgimento della persona globale e sedimentazione degli apprendimenti che vengono acquisiti dal SNC diventando memoria procedurale e stabilizzandosi.
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