La scrittura è un’abilità richiesta costantemente ai bambini e agli adolescenti ed ha un ruolo fondamentale nella comunicazione: è necessaria per comporre storie, svolgere compiti o verifiche, copiare numeri per fare i calcoli, scrivere messaggi agli amici o ai familiari, prendere appunti, scrivere promemoria ecc.
Occupa la maggior parte del tempo della quotidianità di un bambino: McHale e Cermak (1992) affermano che dal 31% al 60% di una giornata passata a scuola, le attività sono grafomotorie e di motricità fine e l’85% di queste sono compiti scritti.
Se la analizziamo attentamente in tutte le sue sfaccettature, la scrittura è un’attività complessa che richiede sia abilità cognitive, percettive e motorie e non solo.
1. La stabilità posturale
La scrittura è un apprendimento multifattoriale e si basa sullo sviluppo della stabilità posturale, delle abilità di base di motricità globale e fine, delle abilità visuo – motorie, le quali assieme sostengono il bambino nell’apprendimento del gesto della scrittura (Bara et Gentaz,
2010).
La stabilità posturale permette al bambino di mantenere una postura funzionale senza sforzo in modo tale da assicurare una precisione motoria della mani. Questo controllo posturale è garantito da un buon tono muscolare, che inizia a svilupparsi già nella prima infanzia. In alcuni bambini è possibile notare come un tono muscolare poco sviluppato può comportare difficoltà nella coordinazione bimanuale, nella motricità fine, nella prescrittura e in attività come disegnare, colorare, scrivere.
Quali sono i segnali di un scarso controllo posturale?
– Posizioni poco ergonomiche del tronco e della testa;
– Bisogno di appoggiarsi;
– Difficoltà a stare seduto a lungo, cambiamenti di posizioni frequenti, instabilità;
– Tendenza a non avere una mano preferenziale;
– Poca coordinazione tra le due mani;
– Difficoltà a stabilizzare il foglio.
Se il bambino presenta segnali di scarso controllo posturale e difficoltà di apprendimento della scrittura o delle abilità di disegno e grafomotorie, è opportuno discuterne con le docenti e il pediatra ed eventualmente svolgere una valutazione da uno specialista di riferimento, il quale potrà fornire indicazioni necessarie per sostenere il bambino nello sviluppo di tali abilità.
2. L’automatizzazione e l’attenzione
Le abilità grafomotorie sopracitate si riferiscono agli apprendimenti legati alla memorizzazione della forma delle lettere, al gesto del tracciato, al riconoscimento della forma grafica e allo sviluppo della fluidità di scrittura (Lavoie, Morin et Labrecque, 2015).
Esse influenzano la qualità della produzione scritta di un bambino, l’apparenza generale e anche il tempo di produzione (Medwell et Wray, 2008)
L’obiettivo di insegnare la grafomotricità è quello di condurre il bambino a scrivere in modo leggibile, accurato e veloce, al fine di ridurre le risorse cognitive di cui necessita il gesto di scrittura (Lavoie et Morin, 2016 b).
L’automatizzazione del gesto, cioè l’abilità a ricordare e tracciare la forma delle lettere e delle parole in modo efficiente, è essenziale per liberare l’impegno cognitivo che il gesto stesso sollecita. In questo modo il bambino può dedicare maggiore attenzione alla qualità del contenuto (la lunghezza dell’elaborato e la diversità di parole utilizzate) e l’organizzazione generale del testo (utilizzo di frasi d’introduzione, quantità di idee espresse, ordine in cui sono espresse le idee ecc.) (Wagner et Al, 2012).
Un bambino che non ha sufficientemente automatizzato il tracciato delle lettere, utilizzerà una grande quantità di attenzione per svolgere tale attività. Questo gli impedirà di gestire in modo efficace e simultaneo gli altri processi di produzione, quali l’ortografia e la redazione
di un testo.
Tali difficoltà si riscontrano anche in bambini e ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento, deficit di attenzione, difficoltà di sviluppo motorio, o diagnosi inerenti a questi campi (DSA, ADHD, ecc.), i quali utilizzano molte energie e tempo per imparare a scrivere in modo leggibile.
3. Il circolo vizioso
Il bambino che ha difficoltà a tracciare le lettere, ha un dispendio di energie molto elevato, è affaticato, la sua attenzione è limitata nel tempo e le attività di scrittura sembrano un enorme montagna da scalare. Accade spesso in questa situazione che il bambino sviluppa un sentimento di incompetenza e di frustrazione ogni qual volta si trovi a confronto con un’attività di scrittura, sia essa scolastica che di vita quotidiana (ad es. un biglietto di auguri per un amico).
Il bambino in difficoltà ha la tendenza ad abbandonare l’attività o addirittura ad evitarla; per tale ragione non ha la possibilità di allenare il gesto e incrementare le sue abilità di scrittura.
La prestazione è scadente e può generare frustrazione, creando così un circolo vizioso che comporterà l’abbandono della scrittura e un deficit di allenamento del gesto. È importante osservare costantemente il bambino e avvertire quei piccoli segnali di disagio e fatica per sostenerlo e accompagnarlo nell’apprendimento di un’attività per lui/lei difficile.
4. La prevenzione è importante!
I bambini che hanno difficoltà nel disegno e nelle attività grafiche alla scuola dell’infanzia, sono gli stessi che riportano difficoltà ad imparare la scrittura in prima elementare (Marr,
2001).
È importante quindi riconoscere quali sono i bambini che presentano tali difficoltà così da poterli aiutare precocemente, sostenendoli nello sviluppo delle abilità fondamentali per l’attività di scrittura.
Alla scuola dell’infanzia si presentano come bambini che:
– Non amano disegnare o fare i lavoretti, non sono interessati o motivati;
– Tengono la matita o le forbici in modo non funzionale;
– Sono dei “pasticcioni”, poco ordinati sul foglio e organizzano male lo spazio;
– Fanno fatica a stare seduti;
– Hanno poca autonomia nelle attività di vita quotidiana (allacciare i bottoni, usare le posate, lavarsi i denti, ecc.);
– Fanno fatica ad imparare a scrivere il loro nome;
– Il disegno dell’omino o il disegno in generale ha pochi dettagli ed è poco comprensibile.
Alla scuola elementare i campanelli di allarme sono, in prima e seconda:
– Dolori alla mano e/o al braccio se scrive a lungo;
– Tratto calcato sul foglio e il braccio che non scivola;
– Presa della matita particolare e mano rigida;
– Cifre nei calcoli non allineate;
– Poco ordine, non rispetto dei margini, degli spazi e della riga;
– Lentezza nei dettati ed accumulo eccessivo di compiti da fare a casa.
In generale, nelle varie classi delle elementari, in questi bambini in difficoltà si osserva:
– Scrittura lenta e poco fluida;
– Lentezza nello svolgimento delle consegne;
– Scrittura poco leggibile da sé o dagli altri;
– Confusione, ritocco di ciò che ha scritto;
– Poca accuratezza;
– Omissione di dettagli in una frase o errori grammaticali;
– Risposte brevi alle comprensioni del testo, frasi brevi nei temi di italiano;
– Distacco da attività grafomotorie;
– Poco piacere nello scrivere, tralasciando il contenuto;
– Difficoltà ad usare riga, squadra e compasso.
5. La scrittura in famiglia
La maggior parte dei bambini fa esperienza di disegno e scrittura ancora prima di impugnare correttamente lo strumento, dai primi tentativi di mettere per iscritto il proprio nome o quello del loro amico, di scrivere la lista della spesa o la comanda del ristorante per gioco.
I fattori culturali ed ambientali favoriscono l’apprendimento della scrittura. È importante far rientrare tale aspetto nella vita quotidiana della famiglia, luogo in cui i bambini vivono la maggior del tempo e occasione per i genitori per vedere lo sviluppo dei propri figli. Alcuni esempi posso essere i seguenti: scrivere davanti al bambino mostrando il gesto e chiedendo di ricalcare ciò che si è scritto, scrivere promemoria, la lista della spesa, giocare a fare “gli smemorati” scrivendo post-it, scrivere i numeri di telefono degli amici, biglietti di auguri, una cartolina ecc.
In questo modo i bambini percepiscono che la scrittura è un’attività del quotidiano, utile sia ai grandi, ma anche ai più piccoli!
A cura di
→ Francesca Poeti
Terapista occupazionele, rieducatrice della scrittura
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