La scrittura è un apprendimento complesso e si basa sullo sviluppo della stabilità posturale, delle abilità di base di motricità globale e fine, come anche delle abilità visuo-motorie, che sostengono il bambino nell’apprendimento del gesto della scrittura (Bara et Gentaz, 2010).
La stabilità posturale permette al bambino di mantenere una postura funzionale senza sforzo in modo tale da assicurare una precisione motoria della mani. Questo controllo posturale è garantito da un buon tono muscolare, che inizia a svilupparsi già nella prima infanzia.

Quali sono i segnali di un scarso controllo posturale?

  • Posizioni strane di tronco e testa
  • Bisogno di appoggiarsi
  • Difficoltà a stare seduto a lungo, cambiamenti di posizioni frequenti, instabilità
  • Tendenza a non avere una mano preferenziale
  • Poca coordinazione tra le due mani
  • Difficoltà a stabilizzare il foglio

Se il bambino presenta segnali di scarso controllo posturale e difficoltà di apprendimento della scrittura o delle abilità di disegno e grafomotorie, è opportuno discuterne con le docenti e il pediatra ed eventualmente svolgere una valutazione da uno specialista di riferimento il quale potrà fornire indicazioni necessarie per sostenere il bambino nello sviluppo di tali abilità.

La scrittura in famiglia
La maggior parte dei bambini fa esperienza di scrittura dai primi tentativi di mettere per iscritto il proprio nome o quello del loro amico, di scrivere la lista della spesa o la comanda del ristorante per gioco.
I fattori culturali ed ambientali favoriscono l’apprendimento della scrittura. È importante far rientrare tale aspetto nella vita quotidiana della famiglia. Alcuni esempi posso essere i seguenti: scrivere davanti al bambino mostrando il gesto e chiedendo di ricalcare ciò che si è scritto, scrivere promemoria, la lista della spesa, giocare a fare “gli smemorati” scrivendo post-it, scrivere i numeri di telefono degli amici, biglietti di auguri, una cartolina ecc.

La prevenzione è importante!
I bambini che hanno difficoltà nel disegno e nelle attività grafiche alla scuola dell’infanzia, sono gli stessi che riportano delle difficoltà ad imparare la scrittura in prima elementare (Marr, 2001)
È importante quindi riconoscere quali sono i bambini che presentano tali difficoltà così da anticipare l’aiuto che possono ricevere, sostenendoli nello sviluppo delle abilità fondamentali per l’attività di scrittura.

Alla scuola dell’infanzia si presentano come bambini che:

  • Non amano disegnare o fare i lavoretti, non sono interessati o motivati;
  • Tengono la matita o le forbici in modo non funzionale;
  • Sono dei “pasticcioni”, poco ordinati sul foglio e organizzano male lo spazio;
  • Fanno fatica a stare seduti;
  • Hanno poca autonomia nelle attività di vita quotidiana (allacciare i bottoni, usare le posate, lavarsi i denti, ecc.);
  • Fanno fatica ad imparare a scrivere il loro nome;
  • Il disegno dell’omino o il disegno in generale è limitato nei dettagli e poco comprensibile.

Alla scuola elementare i campanelli di allarme sono, in prima e seconda:

  • Dolori alla mano e/o al braccio se scrive a lungo;
  • Tratto calcato sul foglio e il braccio che non scivola;
  • Presa della matita particolare e mano rigida;
  • Cifre nei calcoli non allineate;
  • Poco ordine, non rispetto dei margini, degli spazi e della riga;
  • Lentezza nei dettati ed accumulo eccessivo di compiti da fare a casa.
  • In generale, nelle varie classi delle elementari, si osserva:
  • Scrittura lenta e poco fluida;
  • Scrittura poco leggibile da sé o dagli altri;
  • Confusione, ritocco di ciò che ha scritto;
  • Poca accuratezza;
  • Distacco di attività grafomotorie;
  • Poco piacere nello scrivere, tralasciando il contenuto;
  • Difficoltà ad usare riga, squadra e compasso.

L’automatizzazione e l’attenzione
Le abilità grafomotorie si riferiscono agli apprendimenti legati alla memorizzazione della forma delle lettere, al gesto del tracciato, al riconoscimento della forma grafica e allo sviluppo della fluidità di scrittura (Lavoie, Morin et Labrecque, 2015). Esse influenzano la qualità della produzione scritta di un bambino, l’apparenza generale e anche il tempo di produzione (Medwell et Wray, 2008)
L’obiettivo di insegnare la grafomotricità è quello di condurre il bambino a produrre delle lettere in modo leggibile, accurato e veloce, al fine di ridurre le risorse attentive di cui necessita il gesto di scrittura (Lavoie et Morin, 2016 b).
L’automatizzazione del gesto di scrittura, cioè l’abilità a ricordare e tracciare la forma delle lettere e delle parole in modo efficiente, è essenziale per liberare l’impegno cognitivo che il gesto sollecita. In questo modo il bambino può dedicare maggiore attenzione alla qualità del contenuto (la lunghezza del testo e la diversità di parole utilizzate) e l’organizzazione generale del testo (utilizzo di frasi d’introduzione, quantità di idee espresse, ordine in cui sono espresse le idee ecc) (Wagner et coll., 2012)
Un bambino che non ha sufficientemente automatizzato il tracciato delle lettere, invece, utilizzerà una grande quantità di attenzione per svolgere tale attività. Questo gli impedirà di gestire in modo efficace e simultaneo gli altri processi di produzione, quali l’ortografia e la redazione di un testo.

Le tre perle della scrittura
1. Per automatizzare il gesto nella scrittura, la letteratura scientifica sostiene l’importanza del variare il materiale, gli strumenti, la superficie di scrittura e del rendere l’attività necessaria e divertente!
2. L’utilizzo della motricità globale permette l’apprendimento della forma delle lettere e del senso del tracciato come anche l’esplorazione multisensoriale delle lettere contribuisce all’apprendimento della scrittura.
3. L’apprendimento necessita di ripetizione.

Gli effetti collaterali della difficoltà di scrittura
Il bambino che ha difficoltà a tracciare le lettere può rapidamente sviluppare un sentimento di incompetenza, di frustrazione ogni qual volta che si trova a confronto con un’attività di scrittura, sia essa scolastica ma anche di vita quotidiana (ad es. un biglietto di auguri per un amico).
Questi bambini hanno tendenza ad abbandonare l’attività o addirittura ad evitarla e di conseguenza non si allenano, non incrementano la loro abilità e la prestazione è scadente. Si viene così a creare un circolo vizioso!

A cura di Francesca Poeti
Terapista Occupazionale e rieducatrice della scrittura