Solitamente ci si rivolge ad un mediatore familiare quando si vuole risolvere un conflitto familiare, in un contesto di collaborazione e corresponsabilità, ma senza delegare ad un terzo ogni decisione circa questioni pratiche familiari (figli, denaro e beni comuni).
Il mediatore familiare, infatti, grazie alla sua abilità di creare un clima di fiducia e rispetto reciproco, diminuendo la componente irrazionale del conflitto e valorizzando in ciascuno la propria potenzialità, sicurezza, autostima, autonomia e autodeterminazione decisionale, facilita l’instaurazione di un confronto amichevole nel quale le persone, sentendosi davvero ascoltate e accolte, vengono stimolate a venirsi incontro e a trovare la loro intesa.
Il mediatore familiare agevola in maniera neutrale, non direttiva e non giudicante le trattative di negoziazione della coppia, senza suggerire o imporre nulla, in un’ottica vincitore-vincitore: non ragiona in base al principio di chi ha torto o ragione, ma in termini di bisogni. Non usa un linguaggio tecnico-giuridico, ma familiare, che veicola concetti di cooperazione, sostegno e cura.
“Le persone sono più importanti delle dispute”.
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